Franco Crespi è mancato lo scorso agosto. Pubblichiamo un ricordo a cura di Walter Privitera.
Franco è stato uno dei grandi sociologi della generazione che ha rifondato la sociologia italiana dopo la guerra, accanto a Ferrarotti, Pizzorno, Ardigò, Gallino, Rositi. Tra questi grandi nomi Crespi spicca perché è l’unico ad aver creato una propria teoria generale della società, una vera Gesellschaftstheorie. Questo è il suo grande contributo, e questo dà la cifra del suo significato.
Crespi non è stato un uomo di potere, non era uno stratega, un grande capo dell’accademia, anche se ha esercitato una funzione non indifferente nell’associazione italiana di sociologia (AIS). Il suo è stato un ruolo di autorevole indirizzo. Questo è il motivo per cui le sue idee (la sua influenza) sopravvivono oltre l’orizzonte della sua vita. Crespi ha creato una vera scuola, soprattutto nella sua Perugia, ma anche in altre sedi universitarie, dove si applica e si sviluppa creativamente il suo approccio alla teoria della società. Una teoria della società che per lunghi anni ha coltivato una particolare vicinanza con la Teoria critica, prima con Habermas, da cui poi però ha preso le distanze e poi, negli ultimi anni, con motivi teorici adorniani. Noi tutti lo ricordiamo come assiduo e attivo frequentatore del nostro seminario, fin dai suoi inizi a Gallarate.
Solo due parole sulla persona. Tutti quelli che hanno avuto modo di conoscerlo ricordano la curiosità, l’apertura al nuovo, la passione per la critica, anche quando questa veniva rivolta apertamente a lui stesso. Nessuno doveva temere che una critica a Franco Crespi potesse provocare risentimenti o un senso di meschina lesa maestà. Perché Crespi era un vero teorico critico. Egli era poi un uomo estremamente amabile e vivace, con uno straordinario saper vivere, un senso di come gestire le ambivalenze della vita – un tratto che lo ha accompagnato fino alla morte, a cui ha saputo avvicinarsi con la stessa serenità e la saggezza con cui aveva vissuto la sua vita.
E infine una cosa davvero rara: i più, tra quelli che lo hanno conosciuto e frequentato, gli hanno voluto sinceramente bene..
Walter Privitera con Marina Calloni, Lucio Cortella, Alessandro Ferrara, Virginio Marzocchi, Stefano Petrucciani
a nome della Società Italiana di Teoria Critica