Seminario di Urbino (1996 – 2003)

Il Seminario di Urbino (1996-2003) nasce alla metà degli anni ’90, dall’incontro di giovani studiosi, all’epoca per lo più neolaureati e dottorandi, i quali, provenendo da contesti universitari geograficamente lontani, desideravano costituire uno spazio autonomo per ritrovarsi e per ragionare assieme di critica filosofica e sociale. 
Questa esperienza ha preso avvio con un incontro seminariale che si è tenuto per la prima volta nel Giugno del 1996 a Urbino e che è quindi divenuto un appuntamento a scadenza annuale. Nel corso del tempo il Seminario di Urbino è divenuto sempre più un punto di convergenza per quanti, formatisi nell’ambito di tradizioni diverse – teoria sociale, filosofia della politica, storia della filosofia, ermeneutica, filosofia analitica – sono accomunati non solo da un comune ideale dialogico e dalla passione per l’argomentazione razionale, ma anche dall’interesse a mettere alla prova i rispettivi linguaggi sul merito di alcune questioni di interesse condiviso.
Il Seminario di Urbino, per il suo carattere trasversale, informale ma rigoroso, legato alla ricerca universitaria ma autogestito e autofinanziato, ha finito per costituire, per molti dei partecipanti, un momento di eccezionale rilievo nella loro biografia di giovani studiosi, e, crediamo, un’esperienza forse unica nel panorama nazionale di quegli anni. La rete di relazioni umane e scientifiche che, a partire da quel primo incontro, si è estesa sempre più nel tempo e nello spazio, ha dato luogo ad una fitta serie di scambi, collaborazioni, incontri.

Sessioni 1996-2003

Sessione 1996: Che cos’è la teoria critica?

Sessione 1997: Critica e scetticismoItalo Testa, Scetticismo, mondo, autoriflessioneEnrico Donaggio, Il dilemma di PalomarCristina Caiano, La terza fase della teoria critica: Axel Honneth

Sessione 1998: Sulla soglia dell’universalismo: la critica tra contingenza e fondazioneStefano Raia, Che cosa significa teoria critica?Alessandro Bellan, La prassi del limite. Critica, dialettica, normativitàMatteo Bianchin, Ragioni per interpretarePaolo Costa, Modelli di normatività

Sessione 1999: Antropologia, identità e criticaMatteo Bianchin, Cosa vuol dire essere un soggetto. L’identità degli individui ed il concetto di personaPaolo Costa, Perché ancora un’antropologia filosofica?René Capovin, Saperi di mezzoMatteo Bortolini, I presupposti ontologici della democrazia deliberativaRiccardo Prandini, Senso, differenza e paradosso nel pensiero di Luhmann e DeleuzeAlberto Pirni, Appunti per un’antropologia ‘culturalmente neutra’. Il tentativo di Otfried Höffe

Sessione 2001: Antropologia, identità e critica (I)Massimo Rosati, Solidarietà sociale: la vocazione anti-“naturalista” della tradizione sociologicaIngrid Salvatore, Cooperazione e giustiziaItalo Testa, Intersoggettività e coscienza

Sessione 2001: Antropologia, identità e critica (II)Gianfranco Pellegrino, Pregiudizi inferenzialisti, concezioni della normatività e concetti moraliMario De Caro, Naturalismo e libertàRaffaella Giovagnoli, Lo spazio sociale delle ragioniDaniele Santoro, Normatività e inferenzialismo

Sessione 2002: Le fonti normative della critica sociale (I)Enrico Donaggio, ‘To sit on a fence’. Il limite della critica in Karl LöwithPaolo Costa, Alcune considerazioni sulla normatività del concetto di limiteSara Trovato, Critica dell’utopia. Il concetto di effettualità in Machiavelli, Montesquieu, Marx e Gandhi

Sessione 2003: Le fonti normative della critica sociale (II)Vincenzo Sorrentino, L’ethos della modernità. Critica e libertà in Michel FoucaultRino Genovese, Trattato dei vincoli. Conoscenza, comunicazione, potere Domenico Scalzo, Vita e norma

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