Sindacalista, parlamentare, presidente dell’Inps, impegnato in innumerevoli attività editoriali, Giacinto Militello ha sempre unito alla militanza la necessità di studiare e di trovare nuovi strumenti politici per affrontare i problemi di un mondo in vorticoso cambiamento.
Da anni aveva scelto di frequentare – assieme a Laura Pennacchi – il Seminario di Teoria Critica come luogo di dibattito, di confronto e di ascolto di diversi punti di vista, al fine di poter meglio comprendere un presente che non solo aveva messo in dubbio le certezze ideologiche del passato, bensì andava soprattutto a creare nuove diseguaglianze sociali.
Ricordiamo Giacinto con affetto anche quando nell’ottobre scorso durante il nostro incontro annuale che era stato dedicato a “Il socialismo: una storia (in)finita?”, nonostante la sua salute fosse ormai malferma, con grande passione aveva presentato una relazione dal titolo emblematico: “Per una nuova cultura della Sinistra. Un contributo”.
Il saggio inizia con un’accorata domanda che rimane tuttora inevasa: “Perché la sinistra, in forme diverse nei vari paesi, ma in maniera nitida ed estrema in Italia, ha perduto base sociale, attrattività ideale, credibilità e forza politica? Su questo interrogativo, tra i politici della sinistra di casa nostra, regna un’assurda censura, un silenzio tombale, una paura che impedisce l’avvio di un’autocritica rigeneratrice.”
Il saggio – che qui alleghiamo – era stato poi pubblicato su Quaderni Rassegna Sindacale nel 2017, n. 4:
Per una nuova cultura della Sinistra. Un contributo